3. Opinioni pubbliche

3. Opinioni pubbliche

3. Opinioni pubbliche
3. Opinioni pubbliche

Nel terzo nucleo si affronterà direttamente la questione del significato pubblico della verità in rapporto alla politica e alle trasformazioni che investono la comunicazione. Complessivamente, il processo della modernità può essere letto come un passaggio (o meglio, l’esigenza di un passaggio) dall’opacità alla trasparenza. La politica nata nel segreto degli appartamenti privati del Principe, dove si macchinavano le ragioni degli Stati (gli arcana imperii) dovrebbe farsi trasparente, mentre il Palazzo del potere, immaginato di cristallo, dovrebbe porsi allo sguardo dei cittadini. Mai pienamente realizzata, questa fuoriuscita dal segreto implica pluralismo, perché le istanze di verità nella sfera pubblica sono molteplici, e riconoscimento, perché non si potrebbe dare democrazia senza reciproca legittimazione, che avviene tramite sfere quali la stampa e la disputa pubblica, fino alla questione di come l’accesso alla verità possa costituire a tutti gli effetti un diritto di cittadinanza.

L’epoca 2.0 pone sfide, se non inedite più acute, al rapporto tra politica e verità, uso delle opinioni e loro legittimazione, accesso alle informazioni e loro elaborazione critica. Emerge qui – accanto a quelli dell’archivio, del laboratorio e del tribunale già citati – un quarto luogo cruciale per la verità, che conosciamo bene con il nome di web, entro cui le potenzialità della trasparenza e dell’accesso appaiono straordinarie. Viceversa, e inevitabilmente, la circolazione di false notizie, giudizi diffamatori, propagande gestite da reti d’influenza ma veicolate anche dai singoli, ha assunto una scala più ampia e pervasiva che in passato, arrivando a toccare l’esperienza quotidiana di un enorme numero di persone. Si seguiranno alcuni degli aspetti più rilevanti di questa duplice trasformazione, che riguardano i cambiamenti nella lingua, le dinamiche di pregiudizio e di polarizzazione che avvengono nei social media. Che la verità sia una credenza, è d’altronde acquisizione consolidata dell’antropologia, che ne ha più volte segnalato le continuità con la dinamica epidemiologica di diffusione, spesso basata sul sentito dire più che sul possesso critico.

 

I video delle lectio di Pista n° 3

 

La terza pista tematica riguarda il rapporto diretto tra verità e politica. Complessivamente, il processo della modernità può essere letto come un passaggio (o meglio, l’esigenza di un passaggio) dall’opacità alla trasparenza. La politica nata nel segreto degli appartamenti privati del Principe, dove si macchinavano le ragion di Stato (gli arcana imperii di cui ricostruirà un’interpretazione allargata Remo Bodei [guarda il video], Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia), dovrebbe farsi trasparente, mentre il Palazzo del potere, immaginato di cristallo, dovrebbe porsi allo sguardo dei cittadini. Mai pienamente realizzata, questa fuoriuscita implica pluralismo e reciproco riconoscimento nella sfera pubblica (ne discuterà Julian Nida-Rümelin [guarda il video] nella “Lectio Gruppo Hera”), in forme per le quali il riconoscimento del molteplice e delle differenze deve accogliere le ragioni della disputa senza degradare nell’inimicizia: ne parleranno rispettivamente Antonella Besussi [guarda il video] e Roberto Esposito [guarda il video].

All’opacità del potere totalitario e post-democratico, che come mostrerà Simona Forti [guarda il video] istituzionalizza la menzogna, si contrappone l’ideale di una verità pubblica che valga addirittura come diritto di cittadinanza: Franca D’Agostini [guarda il video] presenterà la sfida di questa generazione avanzata di diritti “aletici” per cui i cittadini possano interagire con istituzioni e sorgenti d’informazione la cui affidabilità sia stata validata a monte.

Uno dei terreni in cui l’attendibilità delle fonti e l’affidabilità delle sorgenti è straordinariamente attuale – anche per via delle epocali trasformazioni mediatiche – è quello dell’informazione, di cui Armando Torno [guarda il video] discuterà il futuro e il rapporto con la politica (“Lectio Confindustria Emilia”), mentre alla propaganda sui nuovi media – cui corrisponde una trasformazione del linguaggio emotivo e suasorio – è dedicata la lezione di Giuseppe Antonelli [guarda il video].

La formazione delle opinioni è d’altronde sempre un fatto di credenze più o meno condivise e argomentate (ne parlerà Dan Sperber [guarda il video]). Tra realtà e percezione – come nel caso dei dati statistici sui più rilevanti fenomeni sociali – vige del resto una cronica sfasatura, dovuta non solo all’analfabetismo numerico di cui soffre l’opinione pubblica o alle strumentalizzazioni del sistema mediatico, ma alla natura stessa del dato, che occorre contestualizzare perché sia eloquente, come mostrerà Nando Pagnoncelli [guarda il video] (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”).