Felicità e verità
Emanuele Severino

Felicità e verità

Conduce:
Domenica 23 settembre 2001
Nel delineare i termini costituitivi e la storia del rapporto tra verità e felicità, Emanuele Severino ne ha posto in evidenza due momenti cardine, due “rovesciamenti”, che ne hanno caratterizzato lo sviluppo. Nel pensiero greco la felicità, per essere autentica, deve essere vera, nel senso che la verità è il mezzo per raggiungere la felicità. Ma se lo scopo della verità è la felicità, dunque qualcosa che non è la verità, allora la felicità è impossibile. Il primo rovesciamento si dà dunque con Aristotele. Theoros è infatti colui che contempla dalla posizione di chi si è posto al di sopra del pericolo (dalla medesima radice indoeuropea de - greco the, latino fe – provengono i termini theos, theoria, felix, festa, femina, ecc.): la felicità ha così come scopo la “festa filosofica”, e la società buona (felice) è il mezzo per raggiungere la contemplazione della verità. Il secondo “rovesciamento” si compie in epoca contemporanea. La filosofia contemporanea, determinando la fine delle ideologie e delle religioni (cristianesimo, islam, democrazia, socialismo, capitalismo, ecc.), diventa il campo di gioco della tecnica la quale, non esistendo ormai i limiti dettati alla sua azione dalla verità, diviene il nuovo mezzo per raggiungere la verità. Dunque, quando ciascuna forza (ideologica in senso lato) prende coscienza di non poter opporsi in alcun modo allo strumento tecnico di cui si serve, avviene il “rovesciamento”, con il quale la tecnica non è più il mezzo per realizzare una felicità ideologicamente connotata, ma diviene lo scopo. Pertanto, uscire dal dominio della tecnica sarà possibile solo grazie a un senso radicalmente nuovo della verità, in un nuovo tempo in cui gli individui dovranno occuparsi coralmente della sorte di quella verità senza la quale il loro paradiso sarà un inferno.

Emanuele Severino (1929 - 2020) è stato professore emerito di Filosofia teoretica presso l’Università di Venezia e ha insegnato Ontologia fondamentale presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. È stato Accademico dei Lincei e Cavaliere di Gran Croce. Ha offerto un’interpretazione della filosofia che sottolinea lo scacco del pensiero metafisico da Platone a Nietzsche e Heidegger. Per superare le aporie nichilistiche della tradizione metafisica evidenti anche nel discorso moderno della tecnica, ha promosso un ritorno a una filosofia dell’Essere che escluda rigorosamente il non-essere e il divenire. Fra le sue opere recenti: Dialogo su diritto e tecnica (con N. Irti, Roma-Bari 2001); Discussioni intorno al senso della verità (Pisa 2009); L’identità del destino. Lezioni veneziane (Milano 2009); Il destino della tecnica (Milano 2009); Democrazia, tecnica, capitalismo (Brescia 2009); Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia (Milano 2011); La potenza dell’errare. Sulla storia dell’Occidente (Milano 2013); In viaggio con Leopardi. La partita sul destino dell’uomo (Milano 2015); Dike (Milano 2015); Storia, gioia (Milano 2016); Il tramonto della politica. Considerazioni sul futuro del mondo (Milano 2017); Dispute sulla verità e la morte (Milano 2018); Lezioni milanesi. Il nichilismo e la terra (2015-2016) (Milano 2018); Testimoniando il destino (Milano 2019). La Casa Editrice Adelphi pubblica la collana “Scritti di Emanuele Severino ”.

Ultimo aggiornamento profilo: 2018

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