Vinicio Capossela

Vinicio Capossela

Comunità ri-conosciute
Conduce:
Venerdì 18 settembre 2009

“Mi ha sempre attirato la letteratura della piccola comunità. Le “Spoon River“ dei vivi, come per esempio i Racconti dell’Ohio di S. Anderson, o Il bosco di latte di Dylan Thomas. Storie che definiscono una comunità partendo dalle individualità che le compongono. Nelle piccole comunità questo può succedere. La comunità definisce l’individualità e la delimita, ma al tempo stesso la riconosce, non l’annulla come accade nella dimensione di anonimato della metropoli.
La comunità è come uno di quei cerchi che alle elementari ci facevano disegnare per definire gli insiemi. Servono a dare un limite e una forma alle cose. E permettono di ri-conoscerle.
Io sono cresciuto all’ombra di una torre di fornace, in una frazione di Scandiano che, con la sua miniera di gesso e la fabbrica di laterizi, ricordava, nella mia immaginazione, quei villaggi di minatori inglesi. La tabacchina sembrava Margaret Thatcher, e sapeva tutto di noi, il barbiere è scapolo e ora ascolta la musica alta di notte nel borgo. Gambaliscia non ha mai trovato moglie, ma sa suonare il contrabbasso ed esce solo di notte, dopo la pioggia, quando i campi di erba medica profumano. Quello che faceva le bare aveva un figlio punk, lo chiamavano Pompe, ed era sempre vestito di nero, e così via…
Ca’ de Caroli è fatta di queste solitudini, di queste individualità sommerse, che hai il privilegio di ri-conoscere solo perché ti appartengono e hanno l’unicità della tua vita. E che poi nella letteratura puoi di nuovo ri-conoscere.
E poi ci sono le comunità immaginarie, vissute nei racconti in dialetto, portate dietro come una zolla per ricordarsi delle terre dei padri dalla valle dei Kuta. Così è successo a noi, che a Ca’ de Caroli ci siamo arrivati, portati sulla spalle di genitori che avevano abbandonato i loro campi, e che il treno aveva svuotato a paesi interi, portandoseli come un grosso uccello dentro al petto. E quella comunità si sovrapponeva a questa, e ti definiva un’altra volta.
Su questo senso di Comunità, vissuta e narrata, verterà il mio intervento al festivalfilosofia di quest’anno”.

Vinicio Capossela

 

Lo spettacolo è realizzato con la collaborazione dell'Associazione culturale Muse