Liliana Cavani<br>Cinema: linguaggio del XX secolo
Liliana Cavani

Liliana Cavani
Cinema: linguaggio del XX secolo

Conduce: Francesca Brignoli
Conduce:
Venerdì 18 settembre 2020

Incontro con una regista temeraria, che con l’occhio ben aperto dell’umanista e la curiosità dell’intellettuale ha scelto il cinema come macchina per scoprire e raccontare il mondo, mettendo in immagine la necessità di relazione con la storia, con l’uomo e il mito. La sua opera è la ricerca inesausta di protagonisti onerosi che si spostano lungo percorsi di esplorazione continua (pensiamo a Francesco di Assisi,  Nietzsche, Einstein, senza dimenticare Simone Weil, cui dedica una sceneggiatura, pubblicata nel 1974, non ancora diventata film). Tra loro Galileo, film prodotto dalla RAI e mai andato in onda perché giudicato troppo anticlericale, che gira poi in sala e nelle scuole grazie alla San Paolo Film. Il film, del fatidico 1968, è sontuosa e controllata restituzione di uno scontro. Puntando verso l’alto la nuova macchina, il cannocchiale, e scoprendo la verità, Galileo provoca infatti lo scontro moderno tra scienza, cultura e potere. Potere i cui meccanismi sono sempre al centro dell’opera di Cavani, dalle inchieste e documentari ai grandi film cosmopoliti di successo e controversi (Il portiere di notte, Al di là del bene e del male, La pelle), che compongono un corpus coerente per originalità d’ispirazione e audacia immaginativa che la consegna alla storia del cinema e della cultura europea.

 


Liliana Cavani. Nata a Carpi, allieva del liceo classico di Modena, laureata a Bologna in Lettere classiche, si è diplomata in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nei suoi primi anni in Rai realizza inchieste e documentari storici che richiamano subito l’attenzione sulla giovane regista emiliana, che firma lavori allarmanti tutt’oggi fondamentali per la conoscenza della storia del nostro Paese e dell’Europa (Storia del terzo Reich, La casa in Italia, La donna nella Resistenza, tra gli altri). Esordisce nel lungometraggio nel 1966 con Francesco di Assisi. Da quell’anno la sua carriera è stata un intenso viaggio tra cinema, lirica (dirigendo nei più importanti teatri europei, a cominciare dalla Scala) e ancora televisione (De Gasperi. L’uomo della speranza, Einstein). È per la Rai che gira nel 2014 anche il suo terzo film su Francesco. Da alcuni anni si è dedicata anche alla prosa, dirigendo due grandi successi delle ultime stagioni teatrali. 

Francesca Brignoli. Specialista del cinema di Liliana Cavani, cui ha dedicato la tesi di laurea, articoli, saggi, e la monografia Liliana Cavani. Ogni possibile viaggio (2011). Autrice di volumi (con N. Lodato Ingrid Bergman. La vertigine della perfezione 2010; Marilyn Monroe. Inganni, 2014; Quarto potere, 2015; con M. Veronesi Il cinema arte dei corpi, 2019) e di saggi. Si è occupata di attorialità (The Work of Actor Febo Mari, in M. P. Pagani, P. Fryer, Eleonora Duse and Cenere (Ashes); 2017; Mickey Rourke: eccelsa irregolarità, in A. Scandola, Hollywood Men. Immagine, mascolinità e perfomance nel cinema americano contemporaneo, 2017; Charlotte Rampling nel cinema italiano. Una presenza allarmante, in «Arabeschi» (2017). Partecipa al forum FAScinA (Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi).