cucinafilosofica
Imenudellagloria

Vi è chi cerca la gloria in cielo, chi in terra; chi nella contemplazione del vero, chi nella manipolazione del falso; chi sui campi di battaglia, chi negli spettacoli televisivi: ognuno cerca la gloria secondo miti e riti antichi e moderni, inseguendo modelli aristocratici o populisti, del santo martire o dell’icona pop.
Noi abbiamo pensato di proporre una via antropocentrica alla gloria, anche per reagire alle tante polemiche contro questo povero uomo: celebreremo le glorie del creato nelle mediazioni dell’homo faber e edens, dei cuochi, gloriosa stirpe di antichi sacerdoti del nostro vivere quotidiano: con loro potremo ripercorrere le strade maestre della cucina emiliana, in modo sobrio e umano, anche per uscire dalle strettoie problematiche dei vari ideali di gloria legati alla spettacolarità e al potere, al narcisismo, all’immagine e all’apocalisse del consenso.
Mettiamoci dunque a tavola, digiuni e desiderosi di una gloria tutta mondana, pronta a essere consumata: ecco i principi di gloria, vertici della nostra cultura – aristocratica e democratica – per passare poi alla gloriosa enciclopedia, non quella celeberrima di Diderot e d’Alembert, ma quella dell’animale per eccellenza enciclopedico, il maiale, per conquistare poi la sommità della gloria mundi, il plurimo bollito e i profumi di gloria degli arrosti. Vi sarà sempre un intermezzo di metamorfosi gloriose con delle croccanti fritture e il momento vegetariano di un ascetismo glorioso, senza dimenticare la gloria liquida del baccalà, dell’anguilla e dei pesci poveri, ricchi di fosforo, necessario ai nostri stanchi pensieri, e la gloria volatile quasi sempre di cortile (siamo tutti animali da cortile). Chiuderemo con i notturni di gloria quando a notte alta andremo in cerca di sapidi formaggi del territorio e di vivaci lambruschi.
Fuori dalla porta del locale ove avremo celebrato tante glorie ce ne aspettano altre, forse meno digeribili, ma non per questo meno degne delle nostre attenzioni.
Tullio Gregory