La legge del Far West

film e docufilm

La legge del Far West

A cura di: Biblioteca A. Loria

La legge del Far West
La legge del Far West

“Senza gli spaghetti western, il cinema moderno non sarebbe lo stesso.”
- Quentin Tarantino -

Il Far West nell’immaginario collettivo si confonde con il fantomatico Selvaggio West, un territorio in cui mito e vulgata portano a pensare che vigesse un’unica legge: quella del più forte. Storicamente è provato che non fosse realmente così, ma è indubbio che la narrazione di una terra lontana e ostile in cui coesistevano sceriffi senza macchia, cacciatori di taglie e vendicatori solitari abbia contribuito al successo di un genere letterario e poi cinematografico. Il western classico, con i suoi cowboy, pionieri e nativi americani, una volta giunto in Italia si macchiò di rosso, il rosso del sugo degli spaghetti e della sanguigna verve con cui una pletora di registi ha messo al centro dell’azione un antieroe, declinando in maniera originale concetti quali vendetta, perdono e condanna, forgiando titoli che poco lasciano all’immaginazione: La colt è la mia legge, I cinque della vendetta, Dio perdona… io no!, Al di là della legge.
Tre serate in cui sullo schermo, tra fuorilegge e tutori dell’ordine, i canoni della giustizia assumeranno sfumature cangianti e talvolta controverse.

Venerdì 16 settembre

ore 21.30

Per un pugno di dollari
di Sergio Leone (Italia/Spagna/Germania ovest 1964, 100’)

Il film che per antonomasia ha determinato la massima fioritura di un genere, forte di maestranze d’eccellenza: il Maestro Sergio Leone, le innovative partiture di Ennio Morricone, l’iconico fischio di Alessandro Alessandroni e volti scolpiti nella storia del cinemacome quelli di Clint Eastwood, Gian Maria Volonté e Lee Van Cleef. Il primo indimenticabile tassello della cosiddetta trilogia del dollaro, padre putativo di decine di altre pellicole che compongono la galassia del western all’italiana.

Sabato 17 settembre

ore 21.30

Django
di Sergio Corbucci (Italia/Spagna 1966, 88’) V.M. 14

La risonanza internazionale di Django, visto all’epoca come uno dei film più violenti mai prodotti, fu merito di un insieme di convergenze artistiche di prim’ordine: la visionaria architettura registica di Sergio Corbucci, il magnetismo dell’antieroe impersonato da un giovanissimo Franco Nero e l’epico accompagnamento musicale di Luis Bacalov. Uno dei gioielli più preziosi dello scrigno spaghetti western, tanto da dare la stura a decine di cloni, ma anche ad accorati omaggi, come i recenti Sukiyaki Western Django di Takashi Miike e il pluripremiato Django unchained di Quentin Tarantino.

Domenica 18 settembre

ore 21.30

Il grande silenzio
di Sergio Corbucci (Italia/Francia 1968, 105’)

Elegante e dal passo maestoso. Silenzioso e nichilista. Con un senso del tragico amplificato dall’ambientazione, in cui la neve, elemento naturale inusuale per un western, dialoga con il protagonista, fragile, romantico e muto per via di una ferita alla gola. Corbucci ricostruisce e dà un nuovo senso al genere, senza stravolgerlo, ma donandogli spessore psicologico e gravità drammatica. Il Buono, Jean-Louis Trintignant. Il Brutto, Frank Wolff. Il Cattivo, Klaus Kinski.

 

 

Luogo:

Biblioteca multimediale Arturo Loria
Via Rodolfo Pio, 1
41012 Carpi
Tel. 059 649950
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