Provare felicità
Gabriella Turnaturi, Silvia Vegetti Finzi

Provare felicità

Dinamiche psicologiche e vita sentimentale nell'individuo contemporaneo
Conduce:
Sabato 22 settembre 2001
Carpi Palazzo dei Pio - Sala dei Mori
Il dibattito ha posto in evidenza come, tanto dal punto di vista sociologico che da quello psicologico, la possibilità dell’esperienza della felicità nella società contemporanea risenta della contraddizione insita nel rapporto con l’Altro che, da un lato, esiste nei meccanismi che definiscono modelli di felicità eterocostretti e, dall’altro risulta essere il reale fondamento della possibilità della felicità individuale. L’idea della felicità – sottolinea Gabriella Turnaturi - con la quale ciascuno di noi si confronta nella quotidianità è definita secondo criteri sociali ben precisi che ne determinano gli elementi costitutivi, i tempi di fruizione, le modalità di espressione e che, paradossalmente, sono rappresentati come sentimenti incontrollabili e prettamente individuali. Derogare, tuttavia, a queste regole, significa mettere in crisi l’ovvio, il senso comune, e porsi immediatamente al di fuori del contesto sociale con l’etichetta di bizzarro o deviante. Fuggire consapevolmente da ciò – aggiunge Silvia Vegetti Finzi - non significa tuttavia rifugiarsi in un ideale di felicità assolutamente solipsistico. È infatti in una relazione piena con l’altro, e in particolare nell’amore, che la felicità trova la maggiori possibilità di essere esperita. Questo perché qui non si tratta della possibilità di un possesso - di beni, oggetti, situazioni che dovrebbero condurre necessariamente alla felicità - e tantomeno del possesso dell’Altro, ma della condivisione con l’Altro di un progetto. La possibilità della felicità riacquista pertanto quelle che dovrebbero essere le sue caratteristiche fondamentali: il silenzio, la comunione, l’immaginazione di un futuro fondato sulla realtà presente, ecc. Tuttavia, sempre di possibilità si tratta, poiché la felicità, come la grazia, è un dono che sta a ciascuno cogliere e esperire nella sua pienezza.

Gabriella TurnaturiVisiting scholar presso la Columbia University e Research affiliate presso la New York University, è professoressa di Sociologia presso l’Università di Bologna. La sua ricerca, orientata intorno alle questioni di sociologia della cultura, verte soprattutto sull’analisi della soggettività, della vita emotiva e delle relazioni affettive. Tra le sue opere: Associati per amore: l’etica degli affetti e delle relazioni quotidiane (Milano 1991); Flirt, seduzione, amore (Milano 1994); Tradimenti: l’imprevedibilità nelle relazioni umane (Milano 2000); Immaginazione sociologica e immaginazione letteraria (Roma-Bari 2003); Signore e signori d’Italia. Una storia delle buone maniere (Milano 2011); Vergogna. Metamorfosi di un’emozione (Milano 2012); Amorevoli difficili incontri (Milano 2016).

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Silvia Vegetti Finzi è stata a lungo professoressa di Psicologia dinamica presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Pavia. I suoi interessi si rivolgono alla storia e alla teoria della psicoanalisi, con particolare riguardo all’identità femminile e al ruolo delle passioni nella costruzione dell’ordine simbolico. Si è inoltre interessata allo studio dei rapporti familiari e allo sviluppo psicologico dall’infanzia all’adolescenza. Tra i suoi libri: Volere un figlio. La nuova maternità tra natura e scienza (Milano 1997); L’età incerta. I nuovi adolescenti (Milano 2000); Parlar d’amore. Le donne e le stagioni della vita (Milano 2003); Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei figli (Milano 2005); Nuovi nonni per nuovi nipoti. La gioia di un incontro (Milano 2008); La stanza del dialogo. Riflessioni sul ciclo della vita (Bellinzona 2009); Nuovi nonni per nuovi nipoti (Milano 2010); A piccoli passi: La psicologia dei bambini dall’attesa ai cinque anni (Milano 2013); Si può ancora essere felici? (Milano 2013); Una bambina senza stella. Le risorse segrete dell’infanzia per superare le difficoltà della vita (Milano 2015); L’ospite più atteso. Vivere e rivivere le emozioni della maternità (Torino 2017).

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