I piaceri dell immaginazione
Remo Bodei, Antonio Tabucchi

I piaceri dell'immaginazione

La felicità nella letteratura
Conduce:
Domenica 23 settembre 2001
La felicità può declinarsi anche nei termini dell’evasione, sostiene Remo Bodei, evasione dalla vita quotidiana e dai limiti che le casualità biologiche e sociali ci hanno imposto. La letteratura funge dunque da detonatore e da operatore di immagini di felicità, propone mondi e vite alternativi al mondo e alla vita che viviamo. Possiamo così passare da una vita all’altra, da un mondo all’altro, arricchendo la nostra esperienza, fornendo un’apertura straordinaria allo spazio ristretto della nostra vita quotidiana. E vivere altre vite significa crescere: cresciamo infatti anche grazie all’intrecciarsi in noi dei diversi personaggi di cui abbiamo vissuto, nella nostra immaginazione, la vita. E’ dunque nella rêverie che noi aspiriamo a una vita significativa e perdiamo il nostro principio di individuazione. Tuttavia, prosegue Antonio Tabucchi, gli scrittori del Novecento che nelle loro opere si sono maggiormente avvicinati alla felicità, che ne hanno sfiorato o intuito la portata, sono stati quelli la cui vita è stata indubbiamente più infelice. E i modelli di felicità che emergono dalle opere del Novecento sono innanzitutto negativi. Chi per primo introduce la nozione del limite e del differimento temporale nella percezione della felicità in epoca moderna è Leopardi (L’infinito, Il sabato del villaggio, ecc.), ma il Novecento ha proseguito su questa strada proponendo come ambiti della felicità l’atto mancato, il venir meno al dovere, il sottrarsi, il non dover pagare il tributo dovuto alla realtà. Le forme più piene, e forse banali, della felicità non fanno parte delle opere letterarie del Novecento, quasi che chi vive la felicità non sentisse il bisogno di scrivere o di scriverne. Allo stesso tempo, conclude Tabucchi citando Fernando Pessoa, la letteratura, come tutte le forme d’arte, è la dimostrazione che la vita non basta.

Remo Bodei (1938 - 2019) è stato professore di Filosofia presso la University of California a Los Angeles, dopo aver insegnato a lungo alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa. Tra i massimi esperti delle filosofie dell’idealismo classico tedesco e dell’età romantica, si è occupato anche di pensiero utopico e di forme della temporalità nel mondo moderno. Ha inoltre indagato il costituirsi delle filosofie e delle esperienze della soggettività tra mondo moderno e contemporaneo, pervenendo a una riflessione critica sulle forme dell’identità individuale e collettiva. Tra i suoi libri: Ordo amoris (Bologna 1991); Geometria delle passioni (Milano 1991); Il noi diviso (Torino 1998); Le logiche del delirio (Roma-Bari 2000); Destini personali (Milano 2002); Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia (Bologna 2005); Piramidi di tempo. Storie e teorie del «déjà vu» (Bologna 2006); Paesaggi sublimi. Gli uomini davanti alla natura selvaggia (Milano 2008); La vita delle cose (Roma-Bari 2009); Ira. La passione furente (Bologna 2011); Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri (Milano 2013); Generazioni. Età della vita, età delle cose (Roma-Bari 2014); La vita delle cose (Bari-Roma 2014); La civetta e la talpa. Sistema ed epoca in Hegel (Bologna 2014); La filosofia nel Novecento (e oltre) (Milano 2015); Limite (Bologna 2016); Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno (Bologna 2016); Le forme del bello (Bologna 1995, 2017 edizione ampliata); Dominio e sottomissione. Schiavi, animali, macchine, Intelligenza Artificiale (Bologna 2019). È stato Presidente del Comitato Scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia.


Ultimo aggiornamento profilo: 2018

2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018

Antonio Tabucchi (1943 - 2012) è stato professore di Lingua e Letteratura portoghese all'Università di Siena e romanziere di fama internazionale. Profondo conoscitore della cultura e della letteratura portoghese, Tabucchi ha avuto tra l'altro il merito di far conoscere in Italia l'opera di Fernando Pessoa. Nella sua opera di romanziere prevalgono temi quali la moltiplicazione delle identità personali, il rapporto tra arte e menzogna e l'attenzione ai paradossi dell'esistenza umana, uniti a una forte passione civile. Tra le sue opere ricordiamo: Piazza d'Italia (Milano 1975); Notturno indiano (Palermo 1984); Piccoli equivoci senza importanti (Milano 1985); Requiem (Milano 1992); Sostiene Pereira (Milano 1994); La testa perduta di Damasceno Monteira (Milano 1997); Un baule pieno di gente (Milano 2000); Si sta facendo sempre più tardi (Milano 2001).

foto: https://commons.wikimedia.org

autore: Rebeca Yanke from Madrid, España / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)

Ultimo aggiornamento profilo: 2001

2001