Diritti alla felicità
Alessandro Ferrara, Giacomo Marramao

Diritti alla felicità

Universalismo e rispetto delle differenze nella società multiculturale
Conduce:
Domenica 23 settembre 2001
Due considerazioni preliminari sono prese in esame da Alessandro Ferrara: quale rapporto ipotizzare nelle società multietniche tra cittadinanza (diritti) e cultura e di quale forma di giustificazione universale necessitano i diritti umani? Le risposte stanno nella capacità di garantire pari dignità alle diverse culture – unico mezzo per integrare senza assimilare – e nella fondazione giuridica, anziché morale, di ogni futura Dichiarazione dei Diritti Umani, anche in considerazione del fatto che quelle esistenti sono comunque il risultato di un mondo, quello dell’immediato secondo dopoguerra, decisamente diverso da quello attuale. E poiché la democrazia come l’abbiamo conosciuta non è più in grado di governare il conflitto attuale, determinato dalla relazione tra globalizzazione tecnico-economica e localizzazione dei processi identitari è necessario rilanciare, aggiunge Giacomo Marramao, una nuova sfida sui valori, in grado di costruire un nuovo universalismo. Ciò sarà possibile solo essendo disposti a riconoscere, come ha suggerito Amartya Sen, che in altre culture sono presenti elementi di universalismo più adeguati della ragione occidentale a far compiere all’umanità un salto in avanti. Senza dimenticare che ogni politica futura dovrà strutturarsi non sulla felicità, bensì sul suo contrario: si dovrà cioè privilegiare l’ottica degli infelici e codificare i diritti a partire dall’autorità di coloro che soffrono.

Giacomo Marramao  è professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Roma Tre e Direttore della Fondazione Basso di Roma. Nelle sue ricerche si è occupato di teoria critica della società e di teorie della democrazia, inscrivendo i propri studi nell’orizzonte di un’analisi critica della modernità e di una rigorosa ricostruzione genealogica dei presupposti del razionalismo occidentale. Tra le sue opere: Kairos. Apologie del tempo debito (Roma-Bari 1992); Cielo e terra. Genealogia della secolarizzazione (Roma-Bari 1994); Dopo il Leviatano (Torino 2000); Passaggio a Occidente (Torino 2003); Minima temporalia (Roma 2005); Potere e secolarizzazione (Torino 2005); La passione del presente. Breve lessico della modernità-mondo (Torino 2008); Contro il potere. Filosofia e scrittura (Milano 2011); Potere (Torino 2014); Genealogie dell’Occidente (Torino 2015).

Ultimo aggiornamento profilo: 2016

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Alessandro Ferrara è professore di Sociologia dei processi culturali presso l'Università di Parma. La sua attenzione si è rivolta al discorso filosofico-politico contemporaneo, concentrandosi sui fondamenti teorici del liberalismo e sul dibattito tra liberali e comunitaristi. Interprete della linea universalista del progetto filosofico della modernità, nei suoi lavori ha cercato di delineare una posizione teorica attenta al pluralismo delle forme di vita e alla possibilità di un accordo razionale. Tra le sue opere: Modernità e autenticità (Roma 1989); L'eudaimonia postmoderna (Napoli 1992); Autenticità riflessiva (Milano 1999); Giustizia e giudizio (Roma-Bari 2000). Ha curato la pubblicazione di: Comunitarismo e liberalismo (Roma 1992); Etica individuale e giustizia (Napoli 2000); Pensare la società (Roma 2001, con M. Calloni e S. Petrucciani).

foto: https://commons.wikimedia.org

autore: Sanfr53 / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)

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