L uomo artificiale
Bernard Stiegler

L'uomo artificiale

Tecnica e divenire umano
Conduce:
Domenica 17 settembre 2006

Una tendenza di lunga durata nella storia della filosofia è stata quella di contrapporre l'uomo alla tecnica, intendendo quest'ultima come un ostacolo al pensare e al divenire umano. Bernard Stiegler individua il punto di inizio di tale conflitto nella filosofia platonica e in particolare nella contrapposizione da essa definita fra anamnesis, cioè "reminiscenza" delle idee tramite il dialogo, la "memoria vivente", e hypomnésis, cioè il ricorso a tecniche di memoria artificiale tramite la scrittura, che costituisce l'arte dei sofisti di sfruttare le pulsioni per manipolare le menti.
È interessante, secondo Bernard Stiegler, mettere in luce che in realtà anche nel caso della reminiscenza platonica viene effettuato un passaggio attraverso l'esteriorità: lo schiavo Menone, infatti, per "ricordare" è obbligato a disegnare sulla sabbia le figure geometriche, e quindi a tirare fuori il suo ragionamento prima di interiorizzarlo. Questa operazione corrisponde al processo di "esteriorizzazione", che secondo gli studi dell'antropologo Andrè Leroi-Gourhan, è proprio dell'uomo in quanto essere vivente che conduce la propria lotta per la vita e che si realizza attraverso organi non biologici, cioè per mezzo delle tecniche. In modo simile, ciò veniva messo in luce già nel mito - riportato dallo stesso Platone - di Prometeo che ruba il sapere delle tecniche a Efesto per donarlo agli uomini. Gli esseri umani sono dunque coloro che sviluppano delle qualità artificiali, in quanto nati senza predeterminazioni e senza essere stati predestinati ad essere qualcosa. In questo senso essi sono anche gli unici esseri viventi che devono inventarsi il loro stesso destino, la loro storia.
Si definiscono così diversi livelli in cui l'uomo vive: quello della sussistenza e quello della produzione artificiale e storica, innanzitutto. Bernard Stiegler ha posto però l'accento su un terzo livello, quello proprio delle "realtà che non esistono", in cui consistono essenzialmente gli oggetti dei nostri desideri.
Dal momento che la tecnica viene soprattutto oggi utilizzata per controllare le coscienze operando sulle pulsioni, diviene manifesta l'importanza di intervenire proprio su questo terzo livello di esistenza dell'uomo. L'obiettivo, secondo Bernard Stiegler, deve essere quello di definire un nuovo modello politico, ma anche industriale ed economico, che consenta di risocializzare le hypomnémata, le memorie artificiali di oggi, far prendere loro una direzione che si volga verso i desideri e non verso la manipolazione delle pulsioni.

Bernard Stiegler dirige il Dipartimento di progettazione culturale presso il Centre national d’art et de culture Georges Pompidou (Parigi). La sua ricerca, caratterizzata dall’intersezione tra filosofia, scienze umane e teoria della società, si concentra sulla questione della tecnica intesa come carattere dominante della costituzione dell’umano e del suo divenire. Ha pubblicato La technique et le temps (3 voll., Paris 1994-2001); De la misère symbolique (2 voll., Paris 2004-2005). Tra le sue opere tradotte: Ecografie della televisione (con J. Derrida, Milano 1997); Passare all’atto (Roma 2005); La catastrofe dell’immaginario (con F. Guattari, Milano 2006).

Ultimo aggiornamento profilo: 2006

2006