Moni Ovadia<br>Rabinovich e Popov

Moni Ovadia
Rabinovich e Popov

Musiche: Carlo Boccadoro

Conduce:
Sabato 19 settembre 2009

Rabinovich e Popov sono i due nomi più tipici dell’ebreo russo e del russo ortodosso. Al tempo dell’Unione Sovietica furono il compagno Popov e il compagno Rabinovich. Il loro rapporto fu sempre di natura passionale, segnato da sentimenti contrastanti: ammirazione, diffidenza, odio, solidarietà, amore, rabbia ma soprattutto attrazione fatale. Moni Ovaia, su una piccola scena, con musiche, canzoni, racconti e storielle, traccia schizzi rapsodici  del tempo epico e tragico di un’Atlantide che si chiamò U.R.S.S. Canta di uomini e donne che in quell’Atlantide vissero, amarono, sperarono e soffrirono. Donne e uomini, non robot e burocrati come lo sproloquio del cialtronesco revisionismo televisivo vuole fare credere. Persone vive, pulsanti la cui memoria è anche la nostra memoria.

Moni Ovadia nasce in Bulgaria, da una famiglia ebraica. Inizia l'attività artistica come cantante e musicista nel gruppo dell'Almanacco Popolare sotto la guida dell'etnomusicologo Roberto Leydi. Nel 1972 fonda il Gruppo Folk Internazionale che si dedica allo studio della musica tradizionale di vari paesi, in particolare dell'area balcanica. La sua attività teatrale inizia nel 1984 con una serie di collaborazioni con Pier'Alli, Bolek Polívka, Tadeusz Kantor, Giorgio Marini, Franco Parenti. Con quest'ultimo e con Mara Cantoni crea Dalla sabbia dal tempo per il Festival di Cultura Ebraica nel 1987. È in questa occasione che fonde per la prima volta le sue esperienze di attore e musicista, dando il via a quel "teatro musicale" attorno al quale ruota ancora oggi la sua ricerca espressiva. Con Oylem Goylem (1995), una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, si impone all'attenzione del grande pubblico.  Tra i suoi più recenti spettacoli teatrali, tutti realizzati con notevole successo di critica e di pubblico, si annoverano Il banchiere errante (2001), L’armata a cavallo (2003),  Es iz Amerike (2005), Le storie del signor Keuner (2006), La bella utopia (2007).  Ha ricevuto numerosi premi: nel luglio del 1995 gli viene conferito dal sindaco di Firenze il Sigillo per la Pace, mentre nel 1996 ottiene il Premio Speciale Ubu per la sperimentazione su teatro e musica e nel 2008 il Premio Franco Enriquez per l’impegno civile, Per il cinema ha prestato il suo volto a Caro Diario di Nanni Moretti e, con il ruolo di coprotagonista, a Facciamo Paradiso di Mario Monicelli. Ha pubblicato Perché no? (1996), l'autobiografico Speriamo che tenga (1998) e l'antologia L'ebreo che ride (1998). I suoi libri più recenti sono Contro l’idolatria (2005) e Lavoratori di tutto il mondo ridete (2007). Molti i CD tratti dai suoi spettacoli. (profilo nostro 2007)

Carlo Boccadoro è nato a Macerata nel 1963 e vive a Milano. Si è diplomato in Pianoforte e Strumenti a Percussione al Conservatorio G.Verdi di Milano. Presso lo stesso Conservatorio ha inoltre studiato Composizione e frequentato il corso di Tecnica dell’Improvvisazione Jazzistica tenuto da Giorgio Gaslini. E' uno dei compositori di punta della nuova generazione, autore di musica sinfonica e cameristica. Scrive per il teatro e per la danza, collabora regolarmente con Moni Ovadia con il quale ha inciso un cd di musiche yiddish. I suoi scritti di carattere musicologico sono stati pubblicati da EDT, Garzanti, Marcos y Marcos e Longanesi. All’attività di compositore affianca quelle di direttore d’orchestra, pianista e percussionista. Insieme a Filippo Del Corno e Angelo Miotto è uno dei creatori del progetto culturale Sentieri Selvaggi, che comprende un ensemble strumentale, una trasmissione radiofonica su Radio Popolare e un libro di prossima pubblicazione sulla musica di oggi. Collabora inoltre con Fabrizio Meloni, primo clarinettista dell’Orchestra della Scala, con il quale ha formato il “Duo obliquo”.