Silvia Guberti<br>Giardino per avere piacere più tardi

Silvia Guberti
Giardino per avere piacere più tardi

Installazione cerimoniale

Presentazione: Mario Bertoni

Conduce:
Sabato 17 settembre 2011
23:00 - 01:00 visualizza repliche

“Giardino per avere piacere più tardi è titolo derivato dalla tradizione giapponese che così nomina una delle tre tipologie ideali di giardino. L’installazione è composta da una quindicina di calchi in cera e gesso di grandi foglie di loto, disposte al centro di una radura dell’Orto Botanico secondo lo schema di una delle costellazioni stellari visibili ad occhio nudo la notte dell’evento, e da un intreccio di carta fotografica raffigurante la simbiosi di Adamo ed Eva, così come si ricava nell’iconografia di Lucas Cranach. Per tutta la durata dell’iniziativa (ma sarebbe più giusto parlare di cerimonia), alla luce di ceri e fiaccole, verranno offerte ai convenuti delle mele. I significati intrecciano tradizioni e culture differenti: scomodando Heidegger, si può dire che la radura simboleggi l’apertura dell’essere in cui l’uomo soggiorna, il primo lampo che ha illuminato il mondo, mentre se volgiamo l’attenzione alla cultura orientale, il richiamo all’età primeva è rappresentato dal loto, vulva archetipa e fioritura spirituale insieme, connotazione androgina dell’emanazione primigenia dall’indistinto. Con Adamo ed Eva intrecciati in un’ambigua forma a due teste e in un corpo unico e con le mele distribuite al pubblico si è ricondotti ad una tradizione più propriamente giudaico cristiana, “al fare uno ciò che è due”, al tempo dell’Eden e alla sua fine. In tutti i casi, questa archeologia di un paradiso ritrovato sollecita la visione di una natura come luogo di armonia del vivente col vivente, nel quale a ognuno è lasciata la libertà di nascere ad una nuova conoscenza del bene e del male e ad un nuovo orientamento”.

Mario Bertoni

 

Silvia Guberti, modenese, vive e lavora a Casinalbo di Modena. Ceramista di formazione, l’artista lavora con sculture e installazioni, combinando tecniche tradizionali a utilizzi innovativi di materiali e modalità espressive. I suoi lavori sono stati esposti in numerose personali, fra le quali ricordiamo Figure dello sfondo (Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1986), Il fattore arcobaleno (Casa del Giorgione, Castelfranco Veneto 1993), Attraverso la notte (Galleria Civica, Modena 1998). Tra le tante partecipazioni a rassegne e collettive citiamo l’International Ceramic Festival (Mino, Giappone, 1986), Pari e dispari. 25 anni di seduzione (Musei Civici, Reggio Emilia, 1994), Creativa. Arte al femminile (Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano, 2003).

Mario Bertoni, nato a Modena nel 1950, laureato in Filosofia, è ricercatore storico e critico militante. Il suo Tempi e forme: una ricerca sulle arti visive contemporanee (Torino, hopefulmonster, 1998) riassume l'esperienza di vent'anni di lavoro, oscillando tra storia ed attualità. Curatore di mostre e monografie di artisti contemporanei, ha organizzato convegni e conferenze sui sistemi dell'arte.