Moni Ovadia<br>Odisseo e la gara con l’arco

Moni Ovadia
Odisseo e la gara con l’arco

Da: Odissea-un racconto mediterraneo

Progetto e regia: Sergio Maifredi
Produzione: Teatro Pubblico Ligure

Conduce:
Sabato 13 settembre 2014

Penelope ha deciso di por fine all'attesa dello sposo Odisseo, partito da oltre dieci anni per la guerra di Troia senza fare ritorno: sposerà chi, tra i proci, saprà tendere il suo arco. I pretendenti si preparano alla sfida. Ma tra loro, sotto i dimessi stracci di un mendico, si cela lo stesso Odisseo. Quando l'arco sarà nelle sue mani, darà prova della sua abilità, rivelandosi. Troppo tardi per fuggire: le porte della reggia si serrano e la mattanza ha inizio.
Moni Ovadia restituisce al rito civile della narrazione orale alcune delle più belle pagine omeriche, il canto XXI dell'Odissea, prendendo per mano lo spettatore alla riscoperta dei due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale - il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo, per arrivare, sulle onde dell'Odissea, anche alla Itaca del grande poeta greco contemporaneo Kostantinos Kafavis.

 

Moni Ovadia – nato a Plovdiv, in Bulgaria, negli anni del liceo comincia la sua attività artistica come cantante e musicista. Con lo spettacolo “Dalla sabbia dal tempo” (1987) unisce il suo essere attore e musicista, dando vita alla proposta di un “teatro musicale” lungo il quale ancora oggi opera la sua ricerca espressiva. Il suo teatro musicale, ispirato alla cultura yiddish che ha contribuito a fare conoscere e di cui ha dato una lettura contemporanea, è unico nel suo genere, in Italia ed in Europa.

OdisseaUn racconto mediterraneo, progetto di Sergio  Maifredi, restituisce alla narrazione orale le pagine dell’Odissea che dagli anni della scuola abbiamo letto in silenzio. Il titolo indica la rotta del viaggio, che unisce le sponde del mediterraneo da Est a Ovest da Nord a Sud, e anche il percorso del progetto che, tappa dopo tappa, si affida ai grandi cantori del teatro contemporaneo, quelli che, senza la protezione del buio in sala, sanno guardare negli occhi il proprio pubblico e affrontare a mani nude la parola.