Carlo Savigni<br>Sono un tipo antisociale

Carlo Savigni
Sono un tipo antisociale

Ritratti di una generazione contro

Mostra di fotografie
Produzione: Comune di Sassuolo e festivalfilosofia

Conduce:
Domenica 18 settembre 2016
10:00 - 21:00 visualizza repliche

Ci voleva la Nikon e ci voleva lo sguardo. Quando agli inizi degli anni Sessanta prende forma quella che si sarebbe chiamata “contestazione giovanile”, l’obiettivo di Carlo Savigni ne fissa in scatti divenuti famosi le posture e i sogni, i protagonisti.

Sono tutti ritratti, quasi sempre in bianco e nero e sempre “in posa”, senza nulla di casuale o colto al volo, come fossero manifesti individuali, propositi per una vita memorabile ancora da cominciare.

I protagonisti hanno vent’anni, talora meno, e ostentano i segni della ribellione al mondo dei padri e dei fratelli maggiori, alla gabbia melodica e benpensante che presto il ’68 combatterà con altri mezzi: sono camicie a fiori, colli a punte lunghe come spade, calzoni a righe e soprattutto zazzere e frange, “capelloni”.

Di questi giovani, tesi a cambiare la vita propria, non quella di tutti, lo sguardo complice di Savigni fotografa soprattutto le proiezioni immaginative: azzerato il contesto, ciascuno sembra guardarci da un palcoscenico dove vanno in scena sogni di libertà e celebrità che  destinano agli album musicali, non a quelli di famiglia.

Alcuni arriveranno lontano –Guccini, Bonvi, i ragazzi dei Nomadi e dell’Equipe 84 - che qui vediamo tutti giovanissimi. Altri naufragheranno in destini tossici; di molti e soprattutto delle giovani donne non ci è dato sapere. Ma nel gesto carico di rivolta e di speranza della sigaretta tra le dita lo sguardo del fotografo coglie il sogno malinconico di una libertà intravista e ancora lontana.

 

Carlo Savigni, generazione 1944, incontra la fotografia da giovanissimo, incrociando i primi passi con due compagni di strada dal destino luminoso: Beppe Zagaglia e Franco Fontana. Nel periodo 64/68 scatta quasi tutte le immagini ufficiali dei protagonisti della generazione beat modenese: Equipe 84, I Nomadi, Francesco Guccini, insieme a tutti gli “alternativi” – come Bonvi,  che a Modena si ritrovavano al “Bar Italia”.
Nel 1970, insieme a Franco Vaccari, Gianni Valbonesi, Oscar Goldoni e Claudio Parmiggiani progetta e partecipa alla performance “multimediale” ante litteram: “Pop Whigt? Foto + Suono + Azione”; nel 1975 le sue immagini approdano con successo, per esplicito invito di Franco Fontana, alla Canon Gallery di Amsterdam.
Innovatore e sperimentatore di nuovi orizzonti, ma poco incline alla mediazione, abbandona improvvisamente la professione di fotografo per dedicarsi ad altro: progetta impianti hi-fi per ambienti, fonda una radio “libera”. Ma non abbandona mai del tutto la reflex: scatta per se stesso, in una continua sfida estetica fuori da ogni logica di mercato. Solo di recente ha accettato di mostrare e diffondere i propri lavori.

 

Orari di apertura durante il festivalfilosofia:
Venerdì 16 e sabato 17 ore 10.00-23.00; domenica 18 ore 10.00-21.00.
Inaugurazione venerdì 16 settembre ore 19.30 con l’artista. 

 

La mostra rimarrà aperta fino al 30 ottobre con i seguenti orari:
Sabato ore 15-19;   
Domenica ore 10-13 e 15-19

Tutti gli altri giorni:  apertura su prenotazione, da effettuarsi  almeno 24 ore prima  della visita.
Info e prenotazioni  presso URP - Ufficio Relazioni con il pubblico Comune di Sassuolo, Tel. 0536/880801 – urp@comune.sassuolo.mo.it