Portraits
Fotogramma del film "Che fare quando il mondo è in fiamme? (What You Gonna Do When the World's on Fire?) di Roberto Minervini

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Storie di ordinaria anormalità

Che fare quando il mondo è in fiamme? (What You Gonna Do When the World's on Fire?)
di Roberto Minervini (Ita/Usa/Fra 2018, 123') versione originale con sottotitoli italiani
Curatore: Alberto Morsiani
A cura di: Associazione Circuito Cinema

Conduce:
Sabato 14 settembre 2019

Ritratto empatico e al vetriolo, attraverso quattro storie e uno sfrontato reportage di combattimento, di alcuni abitanti neri di New Orleans, oggi. Il doc capta le fantasie ludiche e irreversibili di due adolescenti degli slum, padre in carcere, droga e pistole vaganti; la festa e i travestimenti del Mardi Gras precolombiano della tribù Flaming Arrows; le utopie imprenditoriali di una finta bionda scatenata; i guai persecutori della nera Judy Hill (premiata alla Mostra di Venezia), barista impegnata a cui strapperanno il locale; la rivolta di Christa Mohammed, leader del New Black Panther Party, e le sue zuffe con la polizia locale.


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Storie di ordinaria anormalità

Ritratti filmati di esseri umani considerati in sé o nelle loro funzioni sociali, alle prese con differenze di etnia, sesso, età, cultura. Ritratti di persone comuni però eccezionali, come il “venditore di colori” Memmo, garzone di bottega poi testimone di personaggi ed epoche irripetibili, o come i due adolescenti perduti del tremendo Rione Traiano di Napoli, che grazie a uno smartphone escono per qualche tempo da una “normalità” di morti e droga, o come gli abitanti neri di New Orleans, che cercano, anch'essi, di sfangarla col mestiere duro del vivere, o come un transessuale filippino ramingo per il mondo in cerca di accoglienza, o come, infine, gli italiani qualunque di Normal, impietosa radiografia di una esistenza conformista. Ritratti, però, anche di persone eccezionali, come un tetro monaco buddista birmano, che purtroppo diventano normali quando riescono, con la loro influenza, a rendere “normale” l'intolleranza e la violenza sugli altri. Sei documentari d'autore che, attraverso il ritratto di altri diversi, ci svelano qualcosa di più anche sulle persone che siamo noi.

programma completo della rassegna

 

Alberto Morsiani, critico cinematografico e saggista, è direttore del Circuito Cinema di Modena e collaboratore di riviste e quotidiani. Si è occupato soprattutto di cinema americano dal punto di vista dello studio delle mitologie fondative e degli archetipi culturali, dei generi classici e degli autori più significativi. Tra le sue pubblicazioni “Anthony Mann” (Firenze 1986), “Joseph Mankiewicz” (Firenze 1990), “Scene americane. Il paesaggio nel cinema di Hollywood” (Parma 1994), “Oliver Stone” (Milano 1998), John Ford. Sentieri selvaggi” (Torino 2002), “Gus Van Sant” (Milano 2004), “Quentin Tarantino” (Roma 2004/2011), “L’America e il western – Storie e film della frontiera” (Roma 2007), “Quentin Tarantino. Pulp Fiction” (Torino 2008), “Il cinema indiano” (Roma 2010), “Peter Weir” (Milano 2011), “Ribelli on the road – Moto e bikers del cinema” (Roma 2013), “Paesaggi mobili. Desiderio e paura nel road movie” (Modena 2014), “Ai confini del buio. Piacere e violenza in Kathryn Bigelow” (Alessandria 2016), “Cinema di figure” (Modena 2017), “I film di Quentin Tarantino” (Roma 2018), “L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel” (Roma 2019), “Cinema in penombra. Jacques Tourneur poeta del B-Movie” (Alessandria 2019).

 

 

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