Portraits
Fotogramma del film "Il venerabile W." (Le vènèrable W.) di Barbet Schroeder

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Storie di ordinaria anormalità

Il venerabile W. (Le vènèrable W.)
di Barbet Schroeder (Fra/Svi 2018, 100') versione originale con sottotitoli italiani
Curatore: Alberto Morsiani
A cura di: Associazione Circuito Cinema

Conduce:
Sabato 14 settembre 2019

Ritratto gelido e implacabile, ma anche ricco di risvolti satirici, del popolarissimo monaco buddhista birmano Wirathu, un tizio fascistoide che, approfittando della sua posizione di potere, da anni incita all'odio contro l'Islam e la minoranza rohingya in Myanmar, causando atti di violenza e genocidi. Schroeder gioca sul contrasto tra percezione e realtà, con effetti devastanti: le immagini sconvolgenti che ritraggono con crudezza verista gli atti di morte delle milizie ispirate dal venerabile W. sono alternate alla parola del Buddha, recitata da Maria de Medeiros, che ruota attorno all'amore e al rifiuto di ogni violenza.


Portraits
Storie di ordinaria anormalità

Ritratti filmati di esseri umani considerati in sé o nelle loro funzioni sociali, alle prese con differenze di etnia, sesso, età, cultura. Ritratti di persone comuni però eccezionali, come il “venditore di colori” Memmo, garzone di bottega poi testimone di personaggi ed epoche irripetibili, o come i due adolescenti perduti del tremendo Rione Traiano di Napoli, che grazie a uno smartphone escono per qualche tempo da una “normalità” di morti e droga, o come gli abitanti neri di New Orleans, che cercano, anch'essi, di sfangarla col mestiere duro del vivere, o come un transessuale filippino ramingo per il mondo in cerca di accoglienza, o come, infine, gli italiani qualunque di Normal, impietosa radiografia di una esistenza conformista. Ritratti, però, anche di persone eccezionali, come un tetro monaco buddista birmano, che purtroppo diventano normali quando riescono, con la loro influenza, a rendere “normale” l'intolleranza e la violenza sugli altri. Sei documentari d'autore che, attraverso il ritratto di altri diversi, ci svelano qualcosa di più anche sulle persone che siamo noi.

programma completo della rassegna

 

Alberto Morsiani, critico cinematografico e saggista, è direttore del Circuito Cinema di Modena e collaboratore di riviste e quotidiani. Si è occupato soprattutto di cinema americano dal punto di vista dello studio delle mitologie fondative e degli archetipi culturali, dei generi classici e degli autori più significativi. Tra le sue pubblicazioni “Anthony Mann” (Firenze 1986), “Joseph Mankiewicz” (Firenze 1990), “Scene americane. Il paesaggio nel cinema di Hollywood” (Parma 1994), “Oliver Stone” (Milano 1998), John Ford. Sentieri selvaggi” (Torino 2002), “Gus Van Sant” (Milano 2004), “Quentin Tarantino” (Roma 2004/2011), “L’America e il western – Storie e film della frontiera” (Roma 2007), “Quentin Tarantino. Pulp Fiction” (Torino 2008), “Il cinema indiano” (Roma 2010), “Peter Weir” (Milano 2011), “Ribelli on the road – Moto e bikers del cinema” (Roma 2013), “Paesaggi mobili. Desiderio e paura nel road movie” (Modena 2014), “Ai confini del buio. Piacere e violenza in Kathryn Bigelow” (Alessandria 2016), “Cinema di figure” (Modena 2017), “I film di Quentin Tarantino” (Roma 2018), “L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel” (Roma 2019), “Cinema in penombra. Jacques Tourneur poeta del B-Movie” (Alessandria 2019).

 

 

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