Macchine come noi

Macchine come noi

Mise en espace

Con: Michele Lisi, Paolo Minnielli, Cristiana Tramparulo, Giulia Trivero e Maria Vittoria Scarlattei. Compagnia permanente di Emilia Romagna Teatro Fondazione
Musiche dal vivo di Renata Lacko
Regia: Silvia Rigon
Produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione

Conduce:
Sabato 19 settembre 2020

Nello sviluppo di un’intelligenza artificiale, l’area del ragionamento richiede processi di computazione molto ristretti rispetto a quelli necessari per eguagliare il corpo biologico nelle sue capacità sensorio-motorie (acquisite nell’infanzia, uno stadio di crescita impossibile da attraversare per un androide). Questo, in parafrasi, quanto afferma il paradosso di Hans Moravec, studioso di robotica e intelligenza artificiale, una delle voci delle teorie trans-umaniste e futurologo particolarmente interessato all’impatto della tecnologia sulle pratiche socio-culturali del mondo nella sua continua corsa al progresso.

La proposta di Emilia Romagna Teatro per il festivalfilosofia 2020 intende affrontare il tema di quest’anno concentrandosi sul punto di contatto tra elemento umano ed elemento macchina, in particolare sulla storia del pensiero che immagina apparati cibernetici in grado di imparare e migliorare le proprie prestazioni di ragionamento e calcolo e, possibilmente, di ideare soluzioni differenti a certi problemi con cui l’umano si confronta.

Secondo i pionieri di questa ricerca l’intelligenza artificiale non è identificata come una vera e propria “scoperta”, piuttosto, per usare le parole di Marvin Minsky, come un «passo di consapevolezza». Minsky, statunitense stella dei laboratori di Harvard, Princeton e poi MIT, è considerato una delle figure fondamentali per l’individuazione di quel “passo”. La sua personalità poliedrica, che ha spaziato dalla chimica organica alla psicologia, dalla matematica pura alla robotica, è stato il catalizzatore, in un’epoca di fortissima collaborazione tra i maggiori atenei di ricerca del New England, per le intuizioni di un’intera generazione.

Nel libro Uomini e macchine intelligenti (Adelphi, 1990), il fisico Jeremy Bernstein prende proprio la figura di Minsky per raccontare, uno dopo l’altro, i progressi verso la creazione di una macchina in grado di pensare e di competere con l’umano. Questo testo funge anche da filo conduttore della drammaturgia Macchine come noi, che, in forma narrativa, porta sul palco la mitologia, le reali problematiche e i dedali etici legati all’intelligenza artificiale. Non limitandosi a un collage di quella fantascienza che ne ha decretato il successo popolare, la mise en espace coglie sì alcuni riferimenti letterari degli ultimi decenni – come la raccolta I, Robot di Isaac Asimov, il recente romanzo Ewan McEwan Machines Like Me, La galassia dei dementi di Ermanno Cavazzoni o la saga galattica di Douglas Adams – ma mettendoli in dialogo con estratti più strettamente documentari (vita e progetti di Minsky, ma anche le geniali visioni commerciali di Steve Jobs) e facendo affiorare il pensiero filosofico che si è formato via via che l’ipotesi di un’intelligenza ricreata per circuiti lasciava affiorare.

Allora, sullo sfondo dell’Emilia Romagna dell’anno 6002 immaginata da Ermanno Cavazzoni, il paranoico Marvin di Guida galattica per autostoppisti potrebbe trovarsi a dialogare con il prototipo Adam di McEwan disegnando due diverse evoluzioni della personalità di un androide, di fronte allo sguardo severo del determinista tecnologico Thorstein Veblen, del profeta della singolarità tecnologica John von Neumann o dello stesso Alan Turing, scomparso troppo presto per poter prendere parte alle ricerche e che nessuno più riconosce.

Le teorie del post-umano la filosofia digitale, il materialismo digitale di Frederick Kittler, la biometrica e, se proiettata nelle prospettive future, la “cyborg bioetica” sono alcuni degli apporti tematici e filosofici di Macchine come noi, che mescola dimensione narrativa, dimensione divulgativa e intrattenimento.

 


Emilia Romagna Teatro Fondazione (ERT) è il teatro stabile pubblico della regione Emilia Romagna, attivo su una rete di cinque città: Modena (sede legale), Bologna, Cesena, Vignola e Castelfranco Emilia. Dal 2015 è entrato nel novero dei Teatri Nazionali italiani. Direttore: Claudio Longhi.
Sede: viale Carlo Sigonio 50/4 - 41124 Modena
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