Ciak, si taglia!

Ciak, si taglia!

Ultimo tango a Parigi - V. M. 18
di Bernardo Bertolucci (Italia, 1972, 124’)
A cura di: Biblioteca multimediale A. Loria

Conduce:
Venerdì 17 settembre 2021

Il 30 dicembre 1972 il film fu sequestrato per “esasperato pansessualismo fine a se stesso”, e successivamente cominciò un iter giudiziario che portò il 2 febbraio 1973 a una sentenza d’assoluzione in primo grado; a seguito di ciò il film venne dissequestrato e proiettato nelle sale italiane e internazionali. Una prima condanna s’ebbe nel secondo processo d’appello (il primo, sempre con sentenza di condanna nel giugno del 1973, era stato annullato per un vizio di forma) il 20 novembre 1974, e il 29 gennaio 1976 la sentenza della Cassazione condannò la pellicola alla distruzione; nella sentenza il produttore Alberto Grimaldi, il regista Bernardo Bertolucci – entrambi difesi dall’avvocato Francesco Gianniti – lo sceneggiatore Franco Arcalli e Marlon Brando vennero condannati a due mesi di prigione con la condizionale (pena poi sospesa). Furono salvate fortunosamente alcune copie che oggi sono conservate presso la Cineteca Nazionale, da conservare come corpo del reato. Per il regista ci fu una sentenza definitiva per offesa al comune senso del pudore, reato per il quale fu privato dei diritti politici per cinque anni e fu condannato a quattro mesi di detenzione (pena poi sospesa).
Nell’ottobre 1982 la pellicola fu proiettata a Roma durante la rassegna cinematografica “Ladri di cinema”: il fatto costò agli organizzatori una denuncia. Questi, però, furono assolti nel processo penale che li vide imputati, e l’opera non fu più considerata proibita. Con il trascorrere del tempo e l’evolversi dei criteri di giudizio, le scene considerate inaccettabili persero peso nelle valutazioni della critica e del pubblico, mentre emerse e assunse importanza la sostanziale drammaticità dell’opera. Nel 1987, a distanza di undici anni dalla condanna della Cassazione, la censura riabilitò il film, permettendone la distribuzione nelle sale (Bertolucci stesso ne aveva conservato clandestinamente una copia) e in seguito anche il passaggio in TV.

La proiezione è preceduta dall'incontro "Le libertà del cinema" con il critico cinematografico e conduttore radiofonico Federico Bernocchi.


Ciak, si taglia!

Il concetto di Censura lo si ritrova laddove la libertà e volontà artistica di espressione incontra l’intenzione governativa di controllo. La pratica censoria ha sfiorato la letteratura, il teatro, la pittura, senza dimenticare, inevitabilmente, il Cinema.
La Censura cinematografica nasce quasi contemporaneamente alla diffusione, in Italia, della Settima Arte e precisamente con il Regio Decreto n. 532 del 31 maggio 1914, attraverso cui viene approvato il regolamento per l’esecuzione della Legge Facta, fissando, così, la fisionomia dell’ordinamento censorio nazionale.
Le richieste di tagli, le pecette, i sequestri, finanche gli arresti si collocano all’interno di un dialogo continuo tra l’industria cinematografica e le Istituzioni. Ogni nazione, nel corso della sua storia più o meno democratica, ha conosciuto la severità di organi censori, di volta in volta attenti ad impedire la circolazione di scene o interi film giudicati offensivi per la morale, pericolosi per l’ordine pubblico, blasfemi o non politicamente allineati.
Se da una parte è stato più spesso il cinema a piegare il capo, dall’altra è stata proprio l’impossibilità di trattare determinati argomenti a far nascere un linguaggio cinematografico altro, allusivo, ellittico, poetico.

Luogo:
Biblioteca multimediale Arturo Loria

Via Rodolfo Pio, 1
41012 Carpi
Tel. 059 649950
www.bibliotecaloria.it