L’educazione è un processo di emancipazione, in cui gioca un ruolo chiave la disobbedienza, in quanto atto formativo e creativo. Pur non avendo nulla a che vedere con l’hybris, eccesso che porta l’uomo a ribellarsi all’ordine costituito in virtù della convinzione della propria potenza e superiorità, e che comporta sempre una punizione, il disobbedire costituisce piuttosto un percorso di pensiero critico, di messa in discussione delle norme e di apertura verso nuove possibilità. La disobbedienza va dunque esplorata come forza educativa, in grado di trasformare l’individuo e la società.
Questa mostra consta di una serie di dipinti che raccontano momenti simbolici di disobbedienza nella vita quotidiana e nell’educazione: si tratta di dipinti su tela che ritraggono figure anonime giovanili nell’atto di disobbedire, studenti che rompono o hanno rotto schemi imposti. Le immagini esprimono tensione e, al contempo, liberazione.  I soggetti rappresentati affermano che l’educazione non è solo conformismo, ma anche il coraggio di rompere gli schemi per costruire una società più libera e consapevole, invitando a riflettere sull’importanza della disobbedienza come atto educativo che promuove autonomia e cambiamento.

Le due mostre presso Ranarossa 3.0 sono accompagnate da testi poetici di Cristina Boschini e materiali didattici provenienti dal suo archivio personale. Cristina Boschini, infatti, è cresciuta in una famiglia che ha visto due generazioni di maestri elementari, i quali hanno operato professionalmente in diversi momenti della nostra storia, seguendo metodi propri di insegnamento interdisciplinare, nell’inevitabile presenza di linee guida dettate dalla didattica in uso nelle varie epoche.