Il dibattito contemporaneo sull’educazione esplora il rapporto tra l’individuo e la sua immagine, lasciando quindi grande spazio all’indagine sull’apprendimento visivo. In un’epoca dominata da immagini effimere e spesso prive di profondità, è infatti necessaria una riflessione sulla capacità educativa dell’arte e sull’importanza di un’educazione visiva che vada oltre la superficialità. Tale necessità è confermata dalla stessa lettura etimologica del termine “intuito”, inteso come un “guardare attentamente”, un “vedere dentro” che evoca l’esigenza di confronto intimo con l’arte. L’obiettivo è dunque di educare a guardare le immagini con consapevolezza, sviluppando un’attenzione che trasformi il semplice vedere” in un atto di pensiero critico e riflessivo. Questa mostra propone dipinti che mostrano soggetti intenti a ricercare una dimensione che vada oltre la visione approssimativa dettata dal semplice riflesso. Le opere esposte hanno l’obiettivo spostare lo sguardo dall’intrattenimento superficiale alla contemplazione profonda, stimolando una relazione significativa con l’arte. Corredate da ricordi scolastici, presentano altresì un chiaro riferimento al gioco, quale primo strumento di apprendimento per l’individuo, allo scopo di stimolare uno sguardo interessato, capace di dialogare con la spiritualità utilizzando l’arte come tramite. 

Le due mostre presso Ranarossa 3.0 sono accompagnate da testi poetici di Cristina Boschini e materiali didattici provenienti dal suo archivio personale. Cristina Boschini, infatti, è cresciuta in una famiglia che ha visto due generazioni di maestri elementari, i quali hanno operato professionalmente in diversi momenti della nostra storia, seguendo metodi propri di insegnamento interdisciplinare, nell’inevitabile presenza di linee guida dettate dalla didattica in uso nelle varie epoche.