La parola, come traccia di un "qui e ora" già svanito, è un'azione individuale e collettiva allo stesso tempo: dà espressione a un’intimità soggettiva e contribuisce a formare una temporanea comunità linguistica. Quando viene condivisa come dato, diventa testimonianza e si apre a nuove interpretazioni da parte di una collettività più estesa, posta di fronte a un'esperienza che non c’è più. In questo modo, permette alle memorie di emergere e di affacciarsi verso il futuro.

Traccia in grado di stimolare persone sempre nuove, la parola racconta senza mai delineare contorni netti; senza mai svelare del tutto l'esperienza che l'ha generata.

Anche quando viene tradotta in sequenze di bit, la parola conserva un’energia capace di mettere in moto e rinegoziare nuovi significati da mettere in comune.

Per la prima volta, la sperimentazione “Paesaggio di Voci” raccoglierà tramite una app le considerazioni dei partecipanti al festival, chiamati a condividere considerazioni sullo spazio che attraverseranno in quel momento. Le tracce testuali e audio così raccolte verranno elaborate e visualizzate all’interno di una mappa interattiva, creando una mappa che ritrae il modo in cui i luoghi vengono percepiti.

Questa conversazione indagherà la relazione fra la parola e il luogo, inteso come corpo, mente e ambiente.

L’incontro con il gruppo AFOr e con Stefano Capezzuto di Ecosistemica esplorerà alcuni dei possibili infiniti racconti emersi dalle parole condivise.