A cura di: phBroking e Atelier Mies
Nella lunga storia delle arti visive, l’ombra rimanda a qualcosa d’altro, conferma la presenza della materia solida, fa le veci dell’oggetto che la proietta e di cui resta manifestazione.
Nei lavori di Olga Czewska l’ombra pare invece emanciparsi dalla sua fonte, rendersi autonoma da rimandi o nostalgie verso qualcosa che manca e presentarsi con una consistenza propria, essenza di se stessa. Ne emergono forme fluttuanti e immemoriali, enigmatiche e sospese tra luce e buio. Ribelli verso l’”assolutismo della realtà”, queste forme suggeriscono piuttosto che potrebbe esserci un inverso delle cose, misterioso e interrogativo.
Ombre addensate e parimenti misteriose, anche le sculture monolitiche si mostrano come forme prive di riferimento reale e temporale, opera di uno sguardo impegnato nella ricerca di un’essenza metafisica e immemoriale.
Olga Czewska (Stephania Sofia Adamczewska, Timmendorf, Germania) ha trovato come artista un linguaggio con il quale può dare alle esperienze emozionali un’espressione simbolica, facendo del “mondo delle ombre” il tema dei suoi disegni, della sua pittura, della sua fotografia e anche delle sue sculture. Ne scaturisce un rifugio, “hog – House of god”, uno spazio spirituale in cui si esplica un archetipo.
Vive e lavora tra la Liguria e Amburgo.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 ottobre. Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 16.00 – 19.30. Sabato, domenica e festivi su appuntamento.
Atelier Mies
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