Immagine/parola

film e docufilm

Immagine/parola

Il cinema come archivio ed evocazione
Curatore: Alberto Morsiani
A cura di: Associazione Circuito Cinema

Immagine/parola
Immagine/parola

Il cinema è immagine e parola. Racconta le sue storie usando l’una e l’altra. Pur vivendo ormai nella società dell’immagine e dell’apparenza, che sembra voler respingere qualsiasi tentativo utilizzare concetti astratti e approfonditi, ogni fotogramma continua a dover fare i conti con l’uso della parola. Intesa sia come morfema che come unità logica del pensiero, la parola veicola a sua volta concetti ed immagini. In questa maniera, si ingenera un percorso che procede nei due sensi: la parola ha una intrinseca natura figurativa, mentre l’immagine può evocare la parola, sostituendosi a essa.

Ciò appare evidente in particolare nell’uso dei materiali d’archivio: le storie, le memorie, le rievocazioni di ciò che è stato ci vengono tramandate prevalentemente dalle immagini o dalle parole. Il cinema seleziona e riordina a suo modo i materiali dei tanti archivi della nostra memoria, secondo equilibri e formule combinatorie sempre diversi, seguendo le più disparate pulsioni narrative. La rassegna di docufilm organizzata per il Festival si muoverà alla scoperta di questa duplice natura: da un lato il cinema come deposito e sedimento, dall’altro come ricerca e ricostruzione, in un continuo gioco di rimpallo tra l’immagine e la parola.

 


 

Venerdì 15 settembre

 

Ore 19.00
Umberto Eco – La biblioteca del mondo
(Italia 2022, 80’)
di Davide Ferrario

Al termine conversazione tra Davide Ferrario e Anna Maria Lorusso

Sfrattato perché la pesantezza della sua biblioteca metteva in pericolo la stabilità del palazzo ma amato nel mondo per la leggerezza dei suoi saggi e dei suoi densi romanzi, Umberto Eco ci accompagna nel labirinto inestricabile dei suoi volumi. Stanze, corridoi e saloni segreti custodiscono i testi e le immagini più curiose, cabalistiche e folli. Il Professore racconta il proprio rapporto con la parola letta e Dedalus (suo pseudonimo sul “manifesto”) quello con la parola scritta. Sei attori mettono in scena alcune pagine illuminanti, a coronamento di un ricco materiale di repertorio tv, fra riprese effettuate in dodici gigantesche biblioteche di tutto il mondo e ricordi di amici e familiari, montati come in un eccitante e incalzante musical.

 

Ore 21.30
Cipria – Il film della vostra vita
(Italia 2022, 55’)
di Giovanni Piperno e Anna Villari

Nel 1941 una casa cosmetica indice un concorso per lanciare una nuova cipria, invitando le donne italiane a inviare a un giornale la storia della propria vita, allo scopo di trarne un film. Fra gli ideatori dell’iniziativa, Cesare Zavattini, Luchino Visconti e Vittorio De Sica. Il film non fu mai realizzato ma Piperno fa rivivere quelle storie dimenticate, associandole a immagini d’epoca, volti, luoghi e illustrazioni. Con un salto nell’Italia di ottant’anni fa – tra guerra, fascismo e albori del neorealismo – questo montaggio di immagini d’archivio crea un film di fantasmi veri e immaginifici, riemersi dalla polvere del tempo.

 


 

Sabato 16 settembre

 

Ore 20.30
Amate sponde
(Italia 2022, 80’)
di Egidio Eronico

Bella e sperduta, l’Italia filmata in lungo e in largo da Eronico. Una “landscape suite in 4K”, per dirla con l’autore, che scorre nel flusso del paesaggio ambientale e sociale del nostro paese evocato dalle immagini di Sara Purgatorio e commentato dalla partitura musicale di Vittorio Cosma. Questa narrazione visuale si svolge in assenza di parole, poiché dice sé stessa nella formulazione performativa della realtà, filmata prescindendo da qualsiasi intento didascalico, esplicativo, analitico. Dalle Alpi alla Sicilia, partendo dalle altezze orbitali per arrivare allo sciabordio delle onde sulla spiaggia, Eronico sposa un approccio dinamico basato esclusivamente sulla mobilità delle immagini.

Ore 22.15
Tre minuti
(Three Minutes – A Lengthening, Olanda/Gb 2021, 69’)
di Bianca Stigter
versione originale con sottotitoli italiani

Nel 2009 l’americano Glenn Kurtz trova il 16mm. delle vacanze compiute in Europa nel 1938 dall’agiato nonno. Tre minuti girati in una piazza, tra la sinagoga e un negozio sullo sfondo, con tigli, bimbi festanti e bimbe vanitose. Appaiono centocinquanta persone non identificate in un luogo sconosciuto. Quei tre minuti diventano sessantanove: attraverso un lavoro da detective, con interviste off e ingrandimenti, musiche d’epoca e miracolosi riconoscimenti, questo film ci permette di dare nome ad alcuni di quei volti, restituendo storia e sfondo emozionale a immagini che diventano insostenibili: ci troviamo in Polonia, e quasi tutte quelle persone pochi anni dopo moriranno a Treblinka. Qui l’home video diventa magia spazio-temporale.

 


 

Domenica 17 settembre

 

Ore 18.30
Svegliami a mezzanotte
(Italia 2022, 71’)
di Francesco Patierno

La voce suadente di Eva Padoan legge le parole di Fuani Marino che, come William Holden in Viale del tramonto, ci racconta di quando morì. Era il 26 luglio 2012. Il film e il libro omonimo si contendono la scena, così come immagini e parole, e Patierno trasfigura il dramma scritto dandogli la forma di documentario poetico. Il regista pesca così nel grande archivio della memoria i frammenti del sogno-cinema, un po’ come un allucinato David Lynch in Twin Peaks. Il footage è una composizione di fotogrammi in bianco e nero e a colori, evocati da un tempo che precede l’avventura di Fuani, bella bambina che all’età di trentadue anni si gettò dal quarto piano di una casa a Pescara. Un caleidoscopio di allegorie e giochi autobiografici, con in più visioni ipnotiche e surreali, pezzi di telefilm tra horror e fantascienza. L’effetto è quasi quello di un thriller.

 

Ore 20.15
The beat bomb
(Italia/Argentina 2022, 83’)
di Ferdinando Vicentini Orgnani

La City Lights Bookstore sulla Columbus Avenue di San Francisco è il luogo simbolo della Beat Generation. Il regista va a cercare il fondatore Lawrence Ferlinghetti, poeta, pittore, editore, che nel 1956 pubblicò Urlo di Allen Ginsberg e finì in carcere condannato per oscenità. Nella piccola leggendaria libreria, Ferlinghetti appare quando è già centenario, ma con occhi azzurri lucenti e la memoria a mille. Oggi, dice, anarchia è una parolaccia, “ma noi eravamo per l’anarchia pacifista e per il socialismo libertario”. Di origini italiane, Ferlinghetti è ripreso anche a Roma, omaggiato da scrittori e attori che leggono le sue poesie. Il documentario è accarezzato dalla tromba magnetica di Paolo Fresu.

 


 

Alberto Morsiani è consulente cinematografico e collaboratore di riviste e quotidiani. Come critico e saggista, si occupa prevalentemente di cinema americano, concentrandosi sullo studio delle mitologie fondative e degli archetipi culturali, dei generi classici e degli autori più significativi. Ha scritto libri, tra gli altri, su John Ford, Quentin Tarantino, Anthony Mann, Oliver Stone, Gus Van Sant, Joseph Mankiewicz, Kathryn Bigelow, Jacques Tourneur, Don Siegel, Peter Weir, il western, il road movie, la motocicletta sullo schermo, il paesaggio nel cinema hollywoodiano.

 

Luogo:

Sala Truffaut
Via degli Adelardi, 4
Modena
059 236288 | info@salatruffaut.it | www.salatruffaut.it